Affari di Palazzo: una commedia all’italiana
Protagonisti (in ordine alfabetico):
Angelo Arcicasa: Presidente dell’Enpap (Ente di Previdenza e Assistenza degli Psicologi) che, in questo caso, pare essere stato molto poco previdente, ma aver fatto decisamente molta assistenza… a Conti, più che agli psicologi.
Senatore PDL Riccardo Conti: ormai soprannominato Re Mida, è colui che riesce a guadagnare soldi vendendo palazzi non (ancora) posseduti e a realizzare plusvalenze milionarie in poche ore con guadagni di circa il 700.000%. Il Divino Otelma gli fa un baffo.
Estate Due: E’ la società del senatore Conti, quella che con 1.060 Euro in cassa compra un palazzo da 26,5 milioni di euro e lo rivende lo stesso giorno a 44,5 milioni. I misteri della finanza creativa.
Fondo Omega: gestito dalla Fimit, è proprietario dell’immobile fino al 31 gennaio, quando lo vende a Conti. Che però lo aveva già venduto all’Enpap.
Interno giorno
Il 31 gennaio 2011 la società Estate Due srl del senatore PDL Riccardo Conti compra il palazzo di Via della Stamperia n. 64 a 26,5 milioni di Euro e, nello stesso giorno, promette di venderlo all’Enpap per 44,5 milioni di Euro, guadagnando così una differenza di 18 milioni di Euro.
Fino a pochi giorni prima, la società del senatore risulta avere sul conto corrente 1.060 Euro, cifra con cui non ci si compra neanche un garage per un motorino a Zocca, nobile patria del Blasco, figuriamoci un palazzo di 3900 metri quadri nel centro di Roma. Ma a risolvere il problema ci pensa l’Enpap, nella figura del Presidente Arcicasa, una sorta di Robin Hood in piena crisi di identità che toglie ai poveri (gli psicologi) per dare ai ricchi (i politici).
Infatti, il primo febbraio 2011 l’Enpap versa a Conti 7 milioni di Euro come anticipo per garantirsi l’immobile. Con questi soldi, Conti può versare il suo primo acconto al Fondo Omega due giorni dopo, appunto, realizzando in questo modo già “l’irrilevante” guadagno di 2 milioni di euro (i 7 milioni ricevuti dall’Enpap meno i 5 versati al Fondo Omega) senza avere sborsato – e rischiato – il becco di un quattrino. Un ROI (return on investment, NdA) da paura!
Il 29 aprile 2011 Conti e il presidente Enpap si recano presso il notaio Maria Teresa Antonucci per il passaggio definitivo dell’immobile ed il saldo del pagamento. L’Ente di Previdenza, nella persona del suo Presidente, versa altri 26 milioni a Conti, il quale potrà darne 21.5 al Fondo Omega, saldando l’acquisto e realizzando un’altra “piccola” plusvalenza di 4,5 milioni di euro. I restanti 11 milioni verranno consegnati al termine dei lavori di ristrutturazione.
Insomma: l’Enpap si accorda, già da novembre 2010 – come risulterebbe dalla delibera del CDA – per acquistare da Estate Due un palazzo che questa non possiede con i soldi dell’Enpap che lo prenderà, a prezzo maggiorato, dalla stessa società a cui ha permesso di comprarlo. La società del senatore, in pratica, che aveva fino a poco prima 1.060 euro in cassa, compra palazzi per milioni di euro grazie a noi.
Interno notte
Ma come è possibile che un edificio venduto la stessa mattina a 26.5 milioni, dopo poche ore ne valga 44.5? Semplice, dicono i protagonisti della vicenda. Il ricarico è giustificato da urgenti lavori di ristrutturazione. 18 milioni di euro su un palazzo del riconosciuto valore, pochi minuti prima, di 26.5 milioni. In pratica, sembrerebbe, abbiamo comprato un edificio da abbattere e ricostruire, completamente fatiscente. Eppure, al piano terra, risulta avere i suoi uffici una Banca che non è stata sgomberata.
Per fortuna, la Estate Due, la stessa società che ha appena venduto l’immobile, forte dei milioni fitti che le sono appena stati ceduti, si incarica persino di effettuare la ristrutturazione. E anche qui il prezzo… non è giusto, i conti non tornano.
Ma, prodezze del senatore a parte, alla cui abilità imprenditoriale ci inchiniamo ammirati, notiamo che questa scelta ha permesso all’Enpap di aggirare la norma sull’affidamento dei lavori tramite appalto pubblico. Che sia un caso?
Buio pesto
Forse non vi sarà sfuggito che versare 7 milioni di euro fidandosi sulla parola non è proprio la norma. E, infatti, scopriamo che il nostro Presidentissimo non è stato affatto incauto ma, da bravo acquirente, ha preso le sue belle informazioni, chiedendo delle garanzie su Conti. Che gli sono puntualmente arrivate. Da Conti stesso.
Infatti, Arcicasa, riceve ben due lettere di fideiussione: la prima da parte della Estate Due, cioè del venditore stesso che, per non essere preda di una fastidiosissima dissonanza cognitiva, conferma di essere una società di cui fidarsi. Peccato che, per il codice civile, la garanzia sia totalmente nulla, come accade – va da sé – quando c’è piena identità tra debitore e fideiussore. La seconda, invece, la ottiene addirittura da parte dell’amministratore unico della Estate Due…cioè sempre il senatore del Pdl.
Ma facciamo un passo indietro.
Flashback
Nel maggio 2009 il Consiglio di Amministrazione dell’Enpap porta al Consiglio di Indirizzo Generale, in discussione, l’aumento della percentuale di investimento sugli immobili, arrivando a farsi approvare (grazie al voto della maggioranza Aupi presente sia in CDA che in CIG) un incremento dal 5 al 20%. Con un tempismo favoloso, visto che già l’anno successivo compare il grande affare che richiede l’investimento di un 10% del patrimonio dell’Ente (che prima non sarebbe stato possibile acquistare, quindi).
Infatti, nel novembre 2010 il consiglio di amministrazione dell’Enpap conferisce al presidente Arcicasa il mandato per la stipula del contratto preliminare di acquisto con la Estate Due; peccato che, a quella data, il proprietario fosse ancora il Fondo Omega (che lo sarà fino al 31 gennaio successivo). In pratica, i contatti col senatore Conti cominciano ben prima che questo divenga proprietario del palazzo (d’altra parte, da quando in qua è diventato necessario che chi ci vende qualcosa ne sia anche proprietario?).
Ora, per essere certi di fare un buon affare, il CDA si fa fare ben due perizie, come il Presidente Arcicasa tiene a sottolineare in una mail inviata a tutti gli iscritti. Una è della Tekno Engineering Service Srl e l’altra della Ingenium Real Estate.
La cosa curiosa, però, è che dal rapporto di valutazione immobiliare n. 1 risulta:
- In merito allo stato di manutenzione: “Sia le finiture interne che esterne, risultano in ottimo stato di conservazione. Complessivamente si può definire la qualità dell’immobile accurata e di pregio” e “In generale le condizioni e lo stato di manutenzione dell’immobile risultano buone”
- In rapporto alle caratteristiche tecnologiche (stato di conservazione del bene; dotazione di impianti e servizi e loro funzionalità; grado delle finiture interne ed esterne): “si è considerato il valore massimo senza alcun incremento, in quanto esternamente l’edificio sembra in ottimo stato, di recente e facile manutenzione; internamente i locali sono in perfette condizioni d’uso con una dotazione impiantistica efficiente e un buon livello di finiture”.
mentre nella seconda perizia appare quanto segue:
- in merito a struttura ed impiantistica: “Nella parte utilizzata dalla banca (parte piano terra e interrato, piano primo) lo stato manutentivo degli impianti e la funzionalità è di livello sufficiente, non presenta particolari segni di degrado. Le parti impiantistiche ai piani superiori sono in condizioni fatiscenti di abbandono e degrado”.
- In relazione a strutture, opere edili e architettoniche: “Nella parte utilizzata dalla banca (parte del piano terra, dell’interrato e del piano primo) lo stato manutentivo è discreto e, essendo stato oggetto di un intervento recente, non presenta particolari segni di degrado. Le parti ai piani superiori sono in condizioni di abbandono e degrado, in alcuni casi fatiscenti”
- Sulla descrizione sommaria dell’edificio: “Lo stato conservativo della consistenza oggetto di locazione è sostanzialmente buono. Risulta mediocre, invece, lo stato di conservazione degli ulteriori piani dell’edificio e del terrazzo di copertura, in cui sono presenti anche i già citati volumi tecnici in c.a., che ospitano impianti a servizio dell’edificio”.
Insomma, anche qui qualche dubbio sorge in merito all’accuratezza di almeno una delle due perizie, visto che in alcuni aspetti sembrano dire due cose opposte.
Epilogo
Naturalmente, tutti noi ci aspettiamo clamorose smentite, di fronte a coincidenze così strane e a fatti tanto inspiegabili. O, perlomeno, risposte che diano un senso alle tante DOMANDE DI QUESTI GIORNI. Bene, le profonde e meditate risposte del Presidente non tardano ad arrivare sull’intervista al Corriere della Sera.
Una delle prime domande che sorge spontanea è, naturalmente, come mai non gli sia venuto un leggero dubbio sul valore dell’immobile, quando ha visto che il compratore lo aveva acquistato, poche ore prima, a quasi la metà della cifra pagata da noi. La risposta, concisa e raffinata, è già lì: “Sono rimasto allibito quando ho visto il prezzo al quale aveva comprato il senatore”. Va bene, ci sta. E tutti pensiamo: “perché allora gli hai offerto 18 milioni in più?”. Ma semplice, no? Perché lui non sapeva a quanto era stato acquistato!
In pratica, l’uomo il cui cognome è una profezia (certo che, da questo punto di vista, anche Conti non scherza), ci racconta che ha comprato una cosuccia da 44,5 milioni di euro, ma non si è interessato particolarmente alle condizioni alle quali l’immobile era stato acquisito in precedenza. Roba su cui si documenterebbe anche il famoso compratore del garage per il motorino di Zocca di cui sopra.
Ma lui no. Anzi, talmente convinto che queste siano cose da nulla, lo viene a scoprire solo perché, mesi dopo, di fronte al notaio per il rogito, lo stesso, nel ripetere noiosamente la solita identica formula – proprio perché scontata – ormai imparata da anni, sottolinea che il compratore è a conoscenza delle condizioni di acquisto precedenti. E lui, in un risvegliato sussulto di impavidità grida: no, fermi tutti, io quelle condizioni non le conosco!
Bene, ridiciamo noi…allora a quel punto, anche se nettamente in ritardo sui tempi, avrai bloccato il tutto, no?
No, no, no. La sua replica è impeccabile: l’Enpap avrebbe perso quei 7 milioni già versati col preliminare. Che, naturalmente, non sarebbero mai stati versati (si spera) se qualcuno avesse avuto il buongusto di informarsi prima delle condizioni precedenti di acquisto.
Insomma, come sottolinea il giornalista del Corriere della Sera da cui sono tratte le risposte di Arcicasa, la linea difensiva pare essere “fessi, ma non ladri”. Complimenti!
D’altra parte, ci si chiede quale altra linea difensiva potrebbe venire in mente ad una persona che nell’Italia di Tangentopoli, delle leggi ad personam e degli scandali politici vari, sostiene: “io mi sono detto, bene, c’è un senatore, un motivo in più per fidarsi”.
In fondo, che il nostro Presidente sia un tantino in contrasto con se stesso, lo si intuisce da altre due dichiarazioni rese allo stesso giornale; mentre nella prima afferma, come motivazione all’acquisto (veramente pregnante): “volevamo andare in centro, a due passi dal potere, vicino al Parlamento…”, alla fine conclude con “curo i vecchietti, i poteri romani mi fanno paura”.
Che dire…forse nella vicenda non ci avremo fatto una bella figura, ma nella linea difensiva…va decisamente peggio.
Come Altra Psicologia riteniamo che sarebbe corretto, di fronte a tali vicende e, ancor più, a cotante risposte, dare le dimissioni. Certo che, in preda ad un dilemma etico, ci si potrebbe domandare: ma quei poveri vecchietti?
Categoria: ENPAP
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