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Aggiornamenti sul palazzo Enpap

 

Il quotidiano “La Stampa” pubblica il 21 settembre un aggiornamento sull’affare del palazzo romano che l’Enpap ha acquisito. Qui sotto il testo.

L’Enpap, intanto, si affretta a smentire e ri-minaccia querele in home page del suo sito (http://www.enpap.it/?p=1409).

 

http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/469455/

Il facile guadagno del senatore Pdl

Consob: utile di 18 milioni per la compravendita di un palazzo, il venditore sapeva

ALESSANDRO BARBERA, GIANLUCA PAOLUCCI

Per fare un guadagno secco di 18 milioni di euro in poche ore serve molta fortuna, molto fiuto per gli affari e molti soldi. Se si è un senatore della Repubblica l’ultima dote non è necessaria e le altre due non indispensabili. Questo almeno quello che emerge dall’attività istruttoria condotta dalla Consob sulla vicenda della compravendita di via della Stamperia 64.

La storia, a grandi linee, è nota da tempo e se ne sta occupando anche la procura di Roma. Un palazzo storico nel cuore della capitale che passa da un fondo immobiliare (il fondo Omega gestito dalla Fimit sgr di Massimo Caputi) alla Estate Due srl di Riccardo Conti (senatore Pdl) per 26,5 milioni. E da questa, lo stesso giorno, all’Ente di previdenza degli psicologi (Enpap) per 44,5 milioni. La differenza, 18 milioni, è quanto resta in tasca a Conti.

I protagonisti sono essenzialmente due: Conti, senatore bresciano, è in Parlamento dal 2000 e dal 2008 a Palazzo Madama. Immobiliarista, socio di Bernabei nella Lux Vide, viene indicato come molto vicino agli ambienti cattolici lombardi. Caputi, chiusa l’avventura di Fimit – venduta a De Agostini -, vari inciampi con le autorità di controllo (sanzionato più volte da Consob e Bankitalia), è adesso in lizza per comprare Prelios, la ex Pirelli Re che peraltro non se la passa troppo bene.

Ora, torniamo a via della Stamperia. Secondo quanto dichiarato dalla Fimit di Caputi sia al mercato che, riservatamente, alla stessa Consob, la trattativa «è stata condotta esclusivamente dal dottor Conti, per conto di Immobiliare Estate Due (…) non ha mai avuto luogo una negoziazione con Enpap in merito al prezzo». Invece, gli ispettori di Vegas beccano una serie di email tra Caputi e i suoi manager del 21 settembre 2010 (attenzione alla data) dove lo stesso Caputi racconta di aver preso accordi con i rappresentanti dell’Enpap per un sopralluogo dell’immobile. Caputi dice anche di aver parlato con gli stessi rappresentanti di un prezzo ipotetico di 28 milioni di euro. Mentre non vi è alcuna menzione, nota la Consob nei documenti in possesso de La Stampa, della società Estate Due.

Nome che compare invece una settimana dopo, il 28 settembre, quando Conti invia alla Fimit una manifestazione d’interesse (senza indicazione di prezzo) con richiesta di un periodo di trattativa esclusiva. A questo punto mentre Fimit continua a restare in contatto con l’Enpap – che visiterà nuovamente l’immobile il 6 e 7 ottobre, che chiarisce che vuole portare lì la sua sede, formalmente tratta solo con Estate Due, la società di Conti. E la trattativa va avanti su questo doppio binario: a fine ottobre il cda dell’Enpap delibera di comprare il palazzo e di predisporre una perizia per valutare la congruità del prezzo richiesto (48 milioni), l’8 novembre la Estate Due manda la sua offerta irrevocabile di acquisto per 26,5 milioni, allegando una caparra di 2,65 milioni. Ah, un dettaglio illuminante sull’intera storia: l’assegno – di Banca Valsabbina – è postdatato al primo dicembre.

Dettaglio illuminante perché la Estate Due non è proprio l’acquirente che ogni venditore sogna, almeno sulla carta. La società «risultava connotata dall’assenza di disponibilità liquide e da un totale attivo di 8,6 milioni», scrivono gli ispettori di Vegas. Tradotto, non aveva le spalle larghe abbastanza per fare questa operazione, come sarebbe stato facilmente appurabile con una banale verifica sulla solvibilità del compratore che viene fatta solo poche ore prima del consiglio di Fimit che dà il via libera all’operazione. Zero soldi in cassa, poco patrimonio, assegno postdatato.

Tre fattori che farebbero scappare chiunque ma non Caputi. Che va avanti, delibera la vendita e si accorda sulla tempistica dei pagamenti. Già che c’è, il cda di Fimit nella stessa seduta (il 14 dicembre) delibera il pagamento di 198.750 euro alla Project Line srl per la consulenza fornita nella cessione, attività della quale però non c’è nessuna traccia. Per il pagamento del palazzo, non c’è nessuna fretta. I pagamenti della Estate Due al fondo Omega di Fimit corrispondono con i pagamenti dell’Enpap a Estate Due.

Il postdatato non viene mai incassato, al rogito Estate Due non consegna niente (l’acconto arriverà tre giorni dopo). E quando arriva il momento di saldare il conto, Estate chiede di aspettare qualche giorno ad incassare per dargli modo di incassare a sua volta da Enpap. Permesso accordato, ovviamente. Sulla base degli accertamenti compiuti – la notifica alle parti è dell’11 settembre scorso – la Commissione dovrà decidere se sanzionare i consiglieri e sindaci di Fimit in carica in quel periodo. Nel frattempo, gli atti sono stati trasmessi alla magistratura romana, che da tempo ha aperto un’ inchiesta sulla vicenda ipotizzando il finanziamento illecito ai partiti.

 

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