Cronache da ENPAPeropoli: FRA INCUDINE E MARTELLO
Quando la politica è un’opinione… e la matematica pure!
AVVERTENZA PRELIMINARE: in questo articolo saranno smentite alcune notizie sul tema ENPAP e sulla condotta di AltraPsicologia nel consiglio dell’Ente. Chiunque voglia avere le prove di come si sono svolti i fatti, può contattarci: sono a disposizione i verbali ufficiali del CIG e le delibere del CDA dell’ENPAP, che non pubblichiamo qui in versione integrale perché abbiamo ancora sufficiente rispetto per l’istituzione ENPAP da non sostituirci ad essa nei suoi doveri verso gli iscritti.
Questa volta inizieremo la nostra cronaca in modo inconsueto, perché finalmente qualcuno ci ha preceduti… non illudiamoci: non è stato certamente pubblicato nulla della riunione del CIG del primo ottobre sul sito ufficiale dell’ENPAP: sono stati pure tolti dal sito i verbali vecchi già pubblicati, figuriamoci se ora pubblicano in due giorni il nuovo verbale…
Ci ha invece preceduti una collega del gruppo di maggioranza, che a due giorni di distanza dal CIG ha inviato a destra e manca una comunicazione in cui racconta la sua personale visione della riunione. Non avremmo risposto, se non si parlasse espressamente di noi di AltraPsicologia, facendoci apparire come loschi figuri disinteressati alle sorti degli iscritti, travisando intenzionalmente quanto abbiamo sostenuto in consiglio.
E quindi ci tocca replicare, documenti ufficiali alla mano (quelli che la collega omette di citare) che dimostrano esattamente il contrario di quanto afferma. Che si tratti di “scaramucce di rito dei gruppi di opposizione”, oppure di un sano esercizio del contraddittorio in democrazia, sta al lettore giudicarlo.
L’OGGETTO DELLA CONTESA
L’assistenza, come sempre da alcuni mesi: di che altro si può discutere? Se non fosse una faccenda così seria, ci sarebbe da riderci sopra: il CDA ha messo mano al sistema di assistenza sanitaria integrativa attraverso una disdetta inviata a EMAPI, il consorzio di casse di previdenza fondato e presieduto da Demetrio Houlis, che ha gestito in forma collettiva la contrattazione con Assicurazioni Generali per le polizze degli iscritti.
Il sistema di assistenza sanitaria erogato dall’ENPAP attraverso EMAPI aveva pregi e difetti, e certamente grandi rigidità; insomma, nessuno di noi ci è particolarmente affezionato e questo è bene precisarlo per evitare di essere fraintesi. Ma come avviene per un vecchio maglione, anche se lacero e bucherellato non lo si butta certo via prima di averne comprato un’altro, restando scoperti. Specialmente se ci sono uno statuto e un regolamento che dicono che siamo obbligati ad averne uno. Questo invece è avvenuto.
In Maggio abbiamo inviato una richiesta di chiarimento sulla disdetta improvvisa dell’assistenza sanitaria integrativa per gli iscritti. L’abbiamo inviata al CDA, al Collegio Sindacale, e ai ministeri vigilanti (leggi QUI) perché riteniamo che la disdetta, oltre a lasciare senza assistenza integrativa gli iscritti ignari, sia in violazione di statuto e regolamento. Ebbene, a distanza di mesi il collegio sindacale e il CDA ancora non rispondono e prendono tempo.
Ma che significato ha tutto questo? se la procedura si fosse svolta regolarmente, sarebbe bastata una risposta del tipo: “in base agli articoli x e y, la procedura si è svolta correttamente e l’attuale situazione dell’assistenza sanitaria integrativa è regolare ai sensi degli articoli y e z”.
Invece nulla. Non una parola, su un tema tecnico che CDA e Collegio Sindacale dovrebbero masticare come il pane: se davvero non hanno una risposta, la faccenda è preoccupante… se invece ce l’hanno, una risposta, ma ignorano deliberatamente la comunicazione ufficiale di tre consiglieri, allora la cosa è ancora peggiore… insomma, non si sa cosa scegliere.
Nel frattempo, in fretta e furia il CDA sta sottoponendo al CIG una serie di provvedimenti volti a sostituire o modificare le forme di assistenza sanitaria. Ma a noi risulta che attualmente e da diversi mesi non c’è alcuna forma di assistenza sanitaria attiva, in violazione di statuto e regolamenti che lo prevedono espressamente. E se qualcuno può affermare il contrario, si faccia avanti con documenti alla mano: pubblicheremo la smentita in pompa magna.
E così, fra vari tentativi di rimediare alla situazione, si è discusso di assistenza sanitaria integrativa in tutte le ultime tre riunioni CIG… ma vi pare che si dovrebbe discutere così tanto se la cosa non rappresentasse un problema?
Nella riunione del 1 ottobre si è discusso per dare un nuovo parere obbligatorio rispetto ad una serie di modifiche di regolamento già esaminate dal CIG il 10 Luglio, in cui abbiamo fatto questo esatto intervento (fonte: verbale ufficiale CIG):
“Zanon: alcuni punti non sembrano la diretta conseguenza di quanto votato dal Cig, primo punto era al 3.1 la sostituzione della parola “prestazioni” con la parola “forme” di fatto rendendo vago il concetto; al punto 3.2 introducendo una restrizione della rosa di persone che possono essere beneficiarie di prestazioni di assistenza sanitaria integrativa, in particolare sembrano esclusi i pensionati con un reddito basso. Logica in contro-tendenza rispetto all’ampliamento dei servizi agli iscritti. Chiedo la motivazione di questa scelta, se sia una questione di tipo economico, quanti i pensionati e quanto incidono sull’equilibrio economico dell’ente; punto 3.3 è stato tolto il limite del secondo anno, se uno sbaglia a fare la dichiarazione l’anno prima e la deve correggere l’anno dopo a quel punto quell’anno lì per una banale errore magari di cento euro rischia di star fuori dall’assistenza sanitaria integrativa; punto 5.1 e punto 6.1 non è un punto convincente dal punto di vista tecnico e per finire punto 7.2 queste condizioni generali stabilite annualmente dal Consiglio di amministrazione paiono un demandare in modo eccessivamente libero al Consiglio d’indirizzo generale delle decisioni che invece dovrebbero quanto meno essere normate da un Regolamento cioè deve essere un Regolamento che dice quali forme di assistenza vengono erogate. Tutto è così vago che vorrebbe capire meglio le intenzioni del Consiglio di amministrazione nel sottoporre al Cig queste modifiche di regolamento.”
Il punto 3 che abbiamo citato era stato infatti riformulato in questo modo (Fonte: allegato alla Delibera n. 61/10 del Consiglio di Amministrazione del 19 luglio 2010):
(Versione in vigore fino ad ora)
3.2. Sono ammessi all’assistenza sanitaria integrativa (gratuita n.d.a.) di cui all’articolo 3.1:
a) gli iscritti attivi;
b) i titolari di trattamento previdenziale che continuino ad esercitare l’attività professionale;
c) pensionati titolari di trattamento previdenziale non più in attività che non abbiano percepito un reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF pari o superiore a tre volte l’importo dell’assegno sociale; il requisito reddituale potrà essere attestato dal pensionato mediante la presentazione di un’autocertificazione redatta ai sensi della normativa vigente, con facoltà dell’Ente di esperire le relative verifiche e con riserva di richiedere il reintegro delle somme indebitamente erogate.
Inoltre, l’Ente consente l’adesione all’assistenza sanitaria integrativa (a pagamento n.d.a.) a:
d) pensionati titolari di trattamento previdenziale che non rientrano nella precedente lettera c);
e) i familiari dei soggetti di cui alle lettere a), b) e c).
(Versione modificata proposta dal CDA)
3.2. Sono ammessi all’assistenza sanitaria integrativa (gratuita n.d.a.) di cui all’articolo 1.1:
a) gli iscritti attivi;
b) i titolari di trattamento previdenziale che continuino ad esercitare l’attività professionale.
Inoltre, l’Ente consente l’adesione all’assistenza sanitaria integrativa (a pagamento n.d.a.) a:
c) pensionati titolari di trattamento previdenziale;
d) i familiari dei soggetti di cui alle lettere a), b) e c).
Alla lettera (punto 3.2.c), significa che i pensionati con reddito più basso (una minoranza di colleghi che incide poco o nulla sui costi della polizza) vengono esclusi dall’assistenza sanitaria gratuita, e costretti a pagarla oppure a rinunciarvi in un periodo della vita in cui è probabile avere necessità urgente di ricorrere a strutture private per esami o interventi.
Il nostro intervento, sia il 10 Luglio che il primo ottobre (la modifica è rimasta uguale nonostante la nostra proposta di modifica del 10 Luglio) è stato una pacata segnalazione di questo passaggio, tecnicamente corretto ma dagli effetti contrari allo spirito di servizio dell’ENPAP.
Purtroppo, per ragioni oscure, il Presidentissimo presente a tutte le riunioni ha preferito ignorare il nostro suggerimento, che non ci pareva nulla di trascendentale.
BALLE SPAZIALI 1: L’ASSISTENZA AI PENSIONATI
A commento di tutto questo, ci troviamo fra le mani la mail della cara collega che, rappresentando in modo molto personale la realtà, scrive testualmente:
“Al terzo punto all’OdG, dopo l’approvazione dei verbali, abbiamo votato l’Esame per il parere di competenza della proposta deliberata dal CdA di modifica del Capo I del Regolamento delle Forme di Assistenza. Il Cig ha espresso parere favorevole con 15 voti a favore (Costruire Previdenza – il gruppo di maggiornaza di cui io faccio parte), 10 Astenuti (Cultura e Professione) e 3 contrari (Altra Psicologia + SIPAP). La modifica al regolamento permetterà in futuro, dopo le approvazioni ministeriali, anche ai colleghi pensionati e non attivi di godere dell’assistenza sanitaria integrativa globale, subordinandola all’adesione volontaria con onere a proprio carico. Ciò perchè il pensionato se non attivo (se non produce reddito) non può essere automaticamente “assistito” dall’Ente. Da oggi in poi con una minima contribuzione e adesione volontaria potrà godere di una assistenza integrativa per sè e il proprio nucleo familiare (coniuge non legalmente separato, convivente more uxorio, figli conviventi).
L’astensione del gruppo di Cultura e Professione può essere letta come una forma per distinguersi dalla maggioranza ma al tempo stesso una sorta di adesione esterna; più difficile da capire è invece il voto contrario di AltraPsicologia (+ SIPAP): sono forse “allergici” alla difesa anche dei colleghi non più attivi, che volontariamente vogliano aderire all’assistenza integrativa????”
Ebbene cara collega, nessuna allergia: AltraPsicologia (e Marco Nicolussi, che non ci risulta appartenere alla SIPAP da almeno un anno) hanno votato contrario perché la modifica va contro ad ogni principio di colleganza e di solidarietà sociale, costringendo colleghi pensionati inattivi (che generalmente sono proprio i colleghi con problemi di salute), sotto la soglia di reddito di tre volte l’assegno sociale, a pagarsi un’assicurazione che prima avevano gratuitamente, ad un costo trascurabile per l’ENPAP.
Ma tu, cara collega, tutto questo lo sai bene perché hai i documenti a disposizione, come tutti noi.
E quando sostieni che “la modifica al regolamento permetterà in futuro, dopo le approvazioni ministeriali, anche ai colleghi pensionati e non attivi di godere dell’assistenza sanitaria integrativa globale”, sai benissimo che questo era già possibile, e semmai hai contribuito a modificare il regolamento in senso restrittivo, riducendo il numero dei pensionati che potranno accedere gratuitamente all’assistenza sanitaria integrativa, se mai il CDA riuscirà ad attivarne una.
BALLE SPAZIALI 2: HANNO SBAGLIATO I MINISTERI
Nella stessa mail leggiamo che “Il Ministero del Lavoro del Lavoro ha approvato le modifiche del regolamento (comma 2 dell’Art. 30) per l’attuazione delle attività di previdenza sancendo cosi lo spostamento del termine per il versamento del contributo di maternità dal 30 novembre al primo marzo di ogni anno. E’ uno spostamento di data ma con un impatto significativo in termini di implicazioni pratiche e burocratiche di non poco conto. Se fosse rimasta la prima lettura data dal ministero ci saremo trovati ad andare in banca (o effettuare i versamenti online) tre volte l’anno e non due: 1 marzo acconto, 1 ottobre saldo e 30 novembre contributo di maternità.”
A dirla tutta, non è che il Ministero del Lavoro “dia una lettura”: semmai esamina tecnicamente la delibera, e siccome la proposta di spostare le date dei versamenti del contributo di maternità stava nello stesso articolo di regolamento che conteneva anche la proposta di dare il contributo di paternità, che il Ministero ha rigettato con la motivazione che non si può dare il contributo di paternità perché non esiste ancora una normativa nazionale in tal senso, alla fine è stato rigettato l’articolo per interno.
E così, ci siamo trovati con due date spostate (contributi previdenziali in acconto e saldo), e la data di maternità rimasta come prima, con il risultato di dover versare per tre volte. In pratica, si è trattato di un banale errore tecnico nella formulazione della proposta, perchè ha messo insieme due proposte di modifica di cui una non applicabile perche non oggetto di normative, facendo rigettare tutto. Nulla di catastrofico, per carità, nessuno se n’è accorto e la prossima volta faremo meglio.
BALLE SPAZIALI 3: RENDIMENTI ALLE STELLE
Immaginiamo che il record mondiale di salto in alto, dopo essere progressivamente cresciuto per anni anni, per ragioni legate a congiunture atletiche mondiali inevitabili sia diminuito di diversi centimetri. Chiaramente, anche pessimi atleti potrebbero agevolmente superarlo, raccontando ad amici e parenti di essere dei primatisti nel salto in alto. Il tutto senza mentire, ma anche senza contenstualizzare.
Ecco, questa è l’operazione argiomentativa compiuta in chiusura dalla mail: “Inoltre, ci ha comunicato (il presidentissimo, n.d.a.) che per il secondo anno consecutivo l’Ente ha perseguito (e superato) il target previsto dalla normativa e cioè un rendimento minimo del patrimonio liquido pari al 1,70% circa (si dovrebbe chiudere attorno al 1,85% e tradursi ovviamente in un plus da investire in servizi agli iscritti)”.
Nei fatti, non è l’attuale gestione dell’ENPAP ad essere particolarmente abile nel raggiungere gli obiettivi di rendimento finanziario, ma il risultato è frutto di un insieme di fattori, fra cui l’obiettivo che si è abbassato per effetto del contesto economico mondiale e dell’ultima crisi economica. E se vogliamo proprio essere pignoli, gran parte del risultato di gestione è stato ottenuto attraverso gli investimenti finanziari compiuti nel corso della precedente consigliatura (leggi QUI).
Peraltro, siccome la collega non specifica la natura dei rendimenti (lordi o netti? Su quale periodo di investimento? Con quale capitale?), ci siamo divertiti a fare un giro in internet di circa tre minuti fra le forme di risparmio gestito più comuni, per vedere se gli attuali rendimenti finanziari sono davvero così fenomenali. E così scopriamo che ad un rendimento dell’1,7% lordo ci si avvicina senza troppi sforzi con un gruzzolo di qualche migliaio di euro (quello di un piccolo risparmiatore fai da te), investendo ad esempio in:
– IW Power di IWBank: 1,10% netto per investimenti di qualche mese, con qualunque capitale
– Conto Arancio: 2,60% lordo annuo per i primi sei mesi di investimento
Buoni postali fruttiferi a scadenza: 1,76% lordo garantito, più un rendimento variabile.
IL NOSTRO INVITO
Lo ripetiamo sempre: vi invitiamo a parlar male di noi pubblicamente e vi mettiamo a disposizione casa nostra, il nostro sito. Ospitiamo volentieri qualunque contributo, anche molto critico verso la nostra Associazione e le nostre scelte nelle istituzioni, ed eventuali rettifiche a quanto scriviamo: ci sembra il modo migliore per rendere partecipi i colleghi.
Categoria: ENPAP
TAG: consiglieri CIG di AP, Cronache ENPAP, ENPAP, ENPAPeropoli, Federico Zanon, Stefania Vecchia