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Intrighi di palazzo

Immaginiamo di dover acquistare una casa per investire del denaro… Ci guarderemmo in giro, alla ricerca di un’occasione adatta alle nostre esigenze. Confronteremmo diverse opportunità, per valutare prezzi e rendimenti. Ci daremmo del tempo, chiedendo consigli e sentendo diversi pareri.

Soprattutto, se il denaro che dobbiamo investire non è solo nostro, ma è della nostra famiglia, sentiremmo il parere di tutti. Magari i nostri familiari ci avranno dato carta bianca, ritenendoci esperti e degni di fiducia, ma prima del rogito una mezza parola per informare la diremmo…

Se poi avessimo da investire un patrimonio importante, di decine di milioni di euro, probabilmente applicheremmo la classifa regola della diversificazione, acquistando più immobili diversi, in zone e di tipologie diverse, per salvaguardarci meglio dal rischio sempre presente della svalutazione e delle sorprese successive all’acquisto.

Se poi in famiglia ci fosse qualche cugino rompiballe, di quelli che vogliono sempre dire la loro su ogni cosa, ma noi fossimo assolutamente certi di quel che stiamo facendo, a maggior ragione informeremmo nel dettaglio sulle valutazioni preliminari agli acquisti, proprio per chiudere la bocca a chi è diffidente rispetto alla nostra gestione del denaro che ci ha affidato.

E invece… Sorpresa! Veniamo a sapere da una comunicazione in Consiglio ENPAP, a cose già fatte, che è stato acquistato (o sta per essere acquistato) un palazzo in centro a Roma per 44 milioni di euro. Considerando che a disposizione per queste forme di investimento c’erano 60 milioni, il principio di diversificare è considerato facoltativo…

Pazienza, c’è anche altro nella vita. Magari il palazzone ha un rendimento stratosferico…
Aspettiamo di sapere i dettagli del ghiotto affare… aspettiamo… aspettiamo… nulla.

Il presidentissimo resta sul vago. In barba all’informazione ai rappresentanti dei colleghi, non sappiamo nulla del palazzo: dove sta, in che condizioni è stato acquistato, da chi, in che modo è stato individuato, quanto rende… insomma, non ne sappiamo nulla.

E se non lo sappiamo noi, non lo sanno nemmeno i colleghi che rappresentiamo.

Il metodo non è nuovo: abbiamo saputo della cessazione dell’assistenza sanitaria integrativa settimane dopo la disdetta, via mail e non in consiglio.

Certamente si può obiettare che il CIG non deve essere informato di queste cose, perché fornisce soltanto delle linee di indirizzo politico generale…
Si può obiettare che anche nelle altre casse i consigli di indirizzo non sono informati di tutti gli acquisti immobiliari, che la gestione diretta del patrimonio è prerogativa del Consiglio di Amministrazione…

Ma qui si sta consumando qualcosa di diverso: l’acquisto di un immobile da 44 milioni di euro significa investire quasi il 10% del patrimonio ENPAP in un solo palazzo. Non si può nascondersi dietro a regolamenti o prerogative istituzionali: i consiglieri devono essere informati preventivamente di operazioni così importanti, perché rappresentano gli iscritti.

Invece, il Consiglio di Indirizzo Generale apprende poco e a cose fatte. Il Presidente Arcicasa da’ notizia ad un CIG assolutamente all’oscuro di tutte le fasi preliminari. Avevamo votato circa un anno fa per innalzare il limite per gli investimenti immobiliari dal 5% al 20% del patrimonio, ed oggi ci troviamo [quasi?] proprietari di un intero palazzo che [forse] si affaccia sulla fontana di Trevi.

O almeno ci pare di aver capito che sia lì… non abbiamo ricevuto alcun documento, estratto catastale, annuncio immobiliare, targhetta con foto, cartolina… nulla ad accompagnare e dettagliare un acquisto di questa portata.

Nemmeno sappiamo come è stato acquistato, con quali procedure, da chi, con quali spese e con quali rendimenti previsti. Sappiamo solo che ci andremo ad abitare a breve perché l’ENPAP vi stabilirà i suoi uffici… sapete, qui cominciamo a stare anche un po’ strettini. E che avremo dei coinquilini: alcune società che già albergano nel palazzo e saranno nostri affittuari. A quali condizoni, non è dato saperlo…

Un investimento da 44 milioni di euro, perché stiamo anche un po’ strettini… Speriamo almeno che i vicini non siano rumorosi e che il gatto del portinaio non ci faccia la pipì sullo zerbino.

Categoria: ENPAP

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