Lettera agli psicologi dell’On. Cancrini
LA LETTERA DELL’ON. CANCRINI AGLI PSICOLOGI
Cari amici e colleghi,
il vostro stato d’animo è stato il mio la mattina del 19 dicembre. Avevo presentato in Commissione il testo dell’emendamento che molti di voi già conoscevano (quello per cui “il Servizio o il dipartimento a cui perviene la richiesta provvede, avvalendosi di tutte le specifiche competenze di ordine medico e psicologico, alla approvazione, quando ciò gli sembri necessario ed opportuno, di un progetto di psicoterapia”) su cui avevo cercato ed ottenuto l’approvazione “in linea di massima” di tutti i rappresentanti dei partiti. Non più di 10 minuti prima dell’inizio della riunione, però, sono stato invitato a ridiscutere questo stesso testo: che non riscuoteva più il consenso dei rappresentanti di Forza Italia, del Partito Democratico, dell’UDC, della Sinistra Democratica, di Rifondazione Comunista e di Alleanza Nazionale. L’alternativa (emendamento 2.22, Zanotti) era quella per cui la diagnosi doveva farla comunque un “medico psicoterapeuta”. Ho deciso di accettare la formulazione “in base ad una diagnosi clinica e a valutazione effettuata da un medico”, a questo punto, mettendo a verbale che il passaggio sulla diagnosi serviva soltanto ad escludere patologie internistiche o neurologiche (l’esempio classico, più volte richiamato nella discussione, è quello del disturbo depressivo dietro cui si cela un tumore del lobo frontale) e tenendo dunque ben distinto il tempo della “diagnosi medica” da quello della formulazione del progetto terapeutico.
Le ragioni per cui mi è sembrato opportuno muovermi in questo modo possono essere più o meno accettabili e condivise. Quello che vorrei fosse chiaro, tuttavia, è che l’unica alternativa era, in quel momento, quella di votare contro: rinunciando al mandato di relatore ed accettando l’idea di bloccare, in modo probabilmente definitivo, l’iter della legge. Buttando via la possibilità di una prassi in cui comunque lo spazio delle competenze psicologiche continuerebbe ad esserci oltre che nelle terapie, anche nel servizio, nella fase di formulazione del progetto. In cui la diagnosi “che esclude i problemi medici” potrebbe diventare, nei fatti, una formalità: anche se il problema di principio, ovviamente, resta.
Per rinunciare, ovviamente, c’è sempre tempo e quella di cui io sentivo il bisogno era una riflessione più approfondita. Non dimettendomi da relatore, ho preso tempo. Non rilasciando dichiarazioni ho lasciato aperta la strada di una approvazione in Commissione di un testo che io continuo a credere importante perché comunque permette l’accesso alla psicoterapia a chi oggi se la vede negata. Sapendo da una parte che l’ approvazione potrebbe rendere inutile il passaggio in Aula e dall’altra che niente è ancora scontato perché un riconoscimento così forte delle psicoterapie che non sono solo loro disturba ancora molti ambienti medici e psichiatrici. Voi, per favore, fatemi sapere cosa ne pensate. Io ho tempo per decidere che farò io fino al 15 gennaio.
Con affetto e dispiacere, dopo tanto lavoro e tanto entusiasmo.
Luigi Cancrini
LA RISPOSTA DI ALTRAPSICOLOGIA
Gentile On. Luigi Cancrini,
Gentili Onorevoli membri della Commissione Affari Sociali della Camera
Abbiamo preso atto dell’accaduto in Commissione Parlamentare Affari Sociali nell’ultima riunione.
Crediamo che la discussione di una Proposta di Legge che dovrebbe essere a tutela della salute psicologica dei cittadini e resa operativa dalla stragrande maggioranza di Psicologi, non possa portarsi avanti sulle premesse implicite al lavoro della XII Commissione Affari Sociali del Parlamento, che ci appare del tutto sequestrata dalla categoria medica che sta operando un micidiale spoiling system nei confronti della nostra categoria, omologa a quella medica su questa specifica disciplina. Dal nostro punto di vista o c’è una rappresentanza culturale paritaria o questa legge non potrà fare un passo in avanti, ed opereremo con ogni mezzo a tal fine.
Consideriamo inaccettabile che questa legge porti per la nostra professione le lancette della storia di 20 anni annullando di fatto la 56/89.
Consideriamo ingiuriosi gli argomenti dei medici verso la nostra professionalità.
Quindi, non solo una questione di principio, ma di fondamentali vizi di forma e di contenuto allo stesso tempo che mostrano in modo del tutto evidente la debolezza di questa proposta da lei condotta, ed altresì la sua rappresentanza delle idee e dei valori degli Psicologi ci appare sempre più vana. Per cui a questo punto riteniamo più opportuno, vista l’importanza della posta in gioco per la popolazione italiana e visto il disaccordo delle parti in causa e la totale assenza di mediazione, sospendere ed aggiornare questa iniziativa a momenti più felici di questo. E vista la disparità antidemocratica di forze in campo, non riteniamo, per questa materia, questa commissione né rappresentativa, né in grado di portare avanti degnamente il lavoro su questa PdL.
Le facciamo infine presente che qualora passasse la legge in questa forma, i percorsi formativi privati in psicoterapia non sarebbero più equivalenti per medici e psicologi, per cui si realizzerebbe la situazione per la quale in queste scuole s’insegnerebbero, tra le altre cose, tecniche diagnostiche che gli psicologi non potrebbero applicare con le stessa libertà ed autodeterminazione dei colleghi medici.
Dichiariamo pertanto la nostra più netta contrarietà al prosieguo dell’iter parlamentare della legge e le chiediamo di votare contro l’emendamento 2.31 appena votato in commissione.
AltraPsicologia
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dall’area “News” del sito www.aupi.it si può accedere alla lettera inviata dal Segretario Generale dell’AUPI, Mario Sellini.
Categoria: TUTELA
TAG: Adriano Ossicini, legge