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Il contributo ENPAP: pago o non pago?

Per una di quelle strane ironie della sorte che spesso capitano nella vita, lo scandalo del palazzo di via della Stamperia è caduto proprio nel periodo in cui gli iscritti stanno ricevendo il bollettino di pagamento ENPAP dell’acconto per l’anno 2011. Si tratta del 90% del contributo dovuto, per molti è una discreta cifra.

Come è logico che sia, sono moltissimi i colleghi che hanno pensato di non pagare per protesta. La casella di posta della nostra redazione è stata subissata di proposte in tal senso, e così è accaduto per la nostra area commenti. Ma l’idea sta dilagando. Si tratta di un movimento spontaneo, nato dall’indignazione dei colleghi e diffuso attraverso il passaparola, i blog, i forum, le mailing list.

E’ chiaramente un segno di profonda sfiducia nell’attuale gestione dell’ENPAP, non si può non ammetterlo: i molti colleghi che stanno sostenendo questa forma di protesta parlano e scrivono apertamente di mancanza di fiducia nell’affidare il proprio denaro ad una cassa che percepiscono come un gestore non affidabile.

Altrapsicologia è interrogata direttamente dai molti iscritti che chiedono una presa di posizione a riguardo. Non possiamo non sentirci solidali con questa moltitudine di colleghi che, spontaneamente e senza alcuna organizzazione a fare da catalizzatore, stanno dimostrando che la vicenda del palazzo di via della Stamperia non può guarire ed essere dimenticata così facilmente. Che non si può pensare di affidare il proprio denaro in modo sereno, di fronte ad avvenimenti densi di interrogativi.

La nostra associazione non può incoraggiare una forma di protesta che mette a rischio i singoli iscritti: ritardando il pagamento fino a 150 giorni ci si accolla un costo per interessi pari allo 0,48% mensile di quanto dovuto. Oltre i 150 giorni scatta anche l’interesse aggiuntivo del 10%. Non possiamo sostenere un’azione organizzata che inviti i colleghi a non pagare, con la prospettiva di gravare le persone di interessi e sanzioni e di metterli in posizione di irregolarità con un contributo dovuto per legge. Non possiamo sostenere una protesta che non porrebbe alcun reale problema all’attuale Consiglio di Amministrazione dell’ENPAP.

Ma certamente, abbiamo il dovere di raccogliere e informare su questo grido di sofferenza dei colleghi, che stanno manifestando in ogni modo la loro delusione e la loro sfiducia. Abbiamo il dovere di non liquidarlo come una protesta sterile, perché si tratta del grido degli iscritti alla cassa, che non sembrano più fidarsi di chi la gestisce. Ma soprattutto, nel contesto generale in cui si inserisce, questa forma di protesta non fa che rafforzare i dati di fatto che stanno sotto gli occhi di tutti:

1) 8000 psicologi hanno firmato la petizione di Altrapsicologia per chiedere chiarezza e per sostenere le dimissioni del CDA. Altre 2000 hanno firmato la petizione SIPAP. Il triplo delle persone che ha eletto questo CDA ne chiede le dimissioni (Arcicasa è stato eletto con 2670 voti).

2) Circa 50 articoli apparsi sulla stampa parlano della vicenda ENPAP, e lo fanno in termini negativi. Le televisioni nazionali hanno ripreso e ampliato il servizio di La7.

3) Autorevoli testate, come il Sole24Ore (Sommariamente | Sole24Ore), il Corriere della Sera (Corriere della Sera: “fessi ma non ladri”) e Repubblica parlano di questa situazione in più articoli. E non certo in termini lusinghieri. Il settimanale economico Il Mondo, che questa settimana ha dedicato un servizio molto puntuale alle casse di previdenza, cita il caso ENPAP e inoltre constata che è una delle casse che non ha reso pubblico il Bilancio tecnico attuariale, che contiene la previsione sul lungo periodo della sostenibilità finanziaria dell’ente.

4) I componenti di una commissione parlamentare sugli enti previdenziali hanno espresso pubblicamente la propria perplessità rispetto all’investimento e alle modalità di svolgimento della procedura di acquisto dell’immobile (Articolo di ItaliaOggi).

5) Un parlamentare (Federico Palomba) ha presentato pochi giorni fa un’interrogazione orale in cui chiede il commissariamento dell’ENPAP (3:02126 : CAMERA).

Non ci riesce di trovare una sola voce favorevole, in questa vicenda. Non una voce esterna alla categoria si è levata per difendere l’operato dell’ENPAP. Solo i diretti interessati difendono se stessi, peraltro con più versioni diverse di spiegazione della vicenda riportate dalla stampa, nei consigli, agli iscritti. Incolpano chi ha riportato la notizia di averla gonfiata ad arte. Il che è possibile,  ma ci sembra difficile sostenere che si tratti solo di un’immensa montatura mediatica. E anche se fosse, esiste l’istituto della rettifica, che serve proprio a sanare le informazioni imprecise.

Piuttosto, alla base sembra ritornare il tema della reputazione dell’ente e la preoccupazione che la sua gestione risponda a criteri di affidabilità, nei confronti degli iscritti, dei partner (le altre casse) e della società: una gestione affidabile non è questione meramente interna alla categoria, non sono solo affari nostri.

Altrapsicologia rinnova con forza l’invito a prendere atto che la situazione richiede le immediate dimissioni del CDA. Ogni altra scelta a nostro avviso è soltanto un palliativo.

Categoria: ENPAP

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