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Tutti per uno, matrimonio non per tutti

E’ fresca fresca (23 aprile 2013) la notizia che anche la Francia ha approvato nozze e adozione per coppie omoaffettive, diventando il 14° paese (molti in Europa) a rendere effettiva l’uguaglianza davanti alla legge dei cittadini e delle cittadine.

Qualcuno sui social ha scritto che è la seconda rivoluzione francese e in effetti sembra così, considerando che la Francia è considerata un paese cattolico al pari dell’Italia o della Spagna. E’ evidente la differenza che separa gli italioti dagli altri paesi: oltre confine, nonostante le divergenze di opinioni, idee e visioni della vita, si mette al primo posto la civiltà e il rispetto delle persone e dei diritti civili, qui invece ogni pretesto è buono per impedire ad altri cittadini e cittadine di essere considerati/e uguali.

Ma a chi fanno paura gay e lesbiche?

Alla chiesa cattolica si penserà subito. Eppure pare che ne conti molti, forse moltissimi al suo interno, consacrati e non. Ai politici di destra allora. In molti paesi civili che concedono diritti civili anche loro li hanno garantiti, senza alcuna discriminazione per orientamento sessuale (e in alcuni casi per identità di genere).

Forse il popolino etero-cattolico teme che dare un diritto agli omosessuali significhi distruggere la famiglia, ma a ben ragionare mi sembra che faccia già abbastanza da sè, tra cornificazioni multigenerazionali, abusi su minori (non necessariamente sessuali, ma anche si), femminicidi come se piovesse e attività sessuali extra-matrimoniali con escort (transessuali o meno). Si dice che anche molti politici avversi al matrimonio paritario siano habituè di certi ambienti e pratiche “zezzuali”. E ciò nonostante basta proclamare che il matrimonio è solo tra uomo e donna e che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre per essere automaticamente ripuliti e riabilitati socialmente e vaticanalmente (non è una parolaccia, anche se potrebbe sembrare così). I buoni non stanno sempre e solo da una parte e neanche i cattivi ovviamente.

E’ sconvolgente assistere a scene di una violenza inaudita da parte di chi possiede già un diritto e protesta perchè altri possano finalmente ottenerlo, in virtù di spiegazioni prive di logica e scientificità, supportate solo dalla paura immotivata di chi ama (e non scopa e basta) qualcun* del proprio sesso. Ancora di più lo è se si pensa che passare da questo tipo di violenza a crimini d’odio (omofobico) il passo è veramente breve. Molto più breve di quanto possiamo immaginare. Purtroppo.

 

(Social) Blogger inside, Owner del sito Psicologiagay.com, nella vita reale sono più psicologa che psicoterapeuta e lavoro sia in ambito clinico che aziendale. Mi occupo prevalentemente di tematiche Queer e "frequento" l'Australian Psichological Society e le Division 44 e 35 dell'American Psychological Association. Consulente, docente e supervisor sono tra le fondatrici di AltraPsicologia e attuale vicepresidente. Sogno di lavorare da qualunque access point nel mondo e anelo ad avere più tempo per vivere. Il mio ambiente ideale è il bosco, soprattutto all'inizio dell'autunno, ma lì purtroppo non c'è internet :)

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